Basilica di san vitale
La basilica, posta vicino al mausoleo di Galla Placidia, fu fatta costruire per volontà del vescovo Ecclesio nel 525, completata nel 547 e consacrata nel 548.
L’esterno è molto semplice, per significare la povertà materiale della Chiesa, ma ricchezza interna e spirituale; la pianta è ottagonale, il tiburio, anch’esso a pianta ottagonale, copre completamente la cupola.
Si hanno due entrate una delle quali è obliqua rispetto all’abside, che è una semicirconferenza affiancata alla pianta della basilica ed è posizionato verso Oriente. Ogni facciata è collegata una con l’altra mediante dei contrafforti, e a sua volta è divisa all’interno da pareste.
Entrando la pianta ottagonale è sormontata da una cupola supportata da 8 colonne e 8 archi, in cui è rappresenta un trionfo di santi dipinto, insieme ai nicchioni, nel 1780 dai Bolognesi Barozzi e Gandolfi e dal Veneziano Guarana.
Il complesso è distribuito in due piani e all’interno degli archi troviamo delle esedre (“mezze cupole”) che si aprono al centro con delle trifore, sulla cima dei capitelli abbiamo i 4 tetramorfi (i simboli zoomorfi degli evangelisti) e i simboli legati alla croce.
Gioca un ruolo molto importante la luce, che entra dalle diverse finestre posizionate sia sulla cupola che nelle esedre e che dà al luogo un senso ancor più mistico. Sul pavimento è invece rappresentato un labirinto, metafora dell’uomo alla ricerca di Dio.
Raggiungendo l’abside possiamo ammirare le pareti decorate completamente dai mosaici bizantini. A dividere la pianta dall’abside troviamo un arco rappresentante Cristo in mezzo agli Apostoli e i santi Gervasio e Protasio.
L’abside è coperto da una volta a crociera con al centro l’Agnus Dei circondato da 27 stelle, rappresentanti il cielo dell’apocalisse, sorretto da 4 angeli su uno sfondo di fiori e pavoni.
Le pareti laterali sono sorrette alla base da una coppia di trifore sormontate da una lunetta per parete:
La lunetta destra rappresenta i sacrifici di Abele e Melchsedec, mentre quella a sinistra il sacrificio di Isacco e Abramo che ospita i 3 angeli; il sacrificio è un tema molto importante che verrà ripreso anche nella parete centrale dell’abside.
Sopra le lunette troviamo una coppia di angeli che sorregge la croce apocalittica (caratterizzata dalla bilancia che pende dai bracci) e altre immagini ai lati: a destra sono raffigurati Geremia e Mosè, a sinistra Mosè e Isaia, Mosè e il roveto ardente, Mosè e il gregge di Iatro.
Una trifora per parete chiude tutte le immagini con a lato gli evangelisti (a destra Marco e Matteo, a sinistra Luca e Giovanni) ciascuno con il proprio simbolo sovrastati da tralci e colombe.
Al centro abbiamo un nuovo arco, l’arco trionfale, con cornucopie e aquile, con a capo angeli reggenti il XP (il Chirho, il simbolo raffigurante le iniziali greche del nome di Cristo) con a destra la rappresentazione Gerusalemme, a sinistra quella di Betlemme, immagini che riprendono la visione apocalittica delle città celesti, il tutto è sovrastato da una trifora.
All’interno dell’arco, sopra la vetrata a trifora centrale, abbiamo l’immagine di Cristo Pantocrator, su sfondo oro, che richiama il paradiso, in mezzo a due arcangeli e seduto su un globo azzurro. In mano ha una corona che sta porgendo a San Vitale, che avanza da destra, e il rotolo dei sette sigilli,a sinistra il vescovo Ecclesio ha in mano il modellino della basilica.
Ai lati della vetrata abbiamo le due famose teorie: il corteo di Giustiniano, a destra, formato da soldati e funzionari, e quello di Teodora, a sinistra, formato da cortigiani e dame. In queste rappresentazioni si vuole riprendere il tema del sacrificio, i due cortei, infatti, sono una ripresa dei re magi, che offrono doni a Cristo, tanto che Giustiniano porta una patena. Le figure sono statiche e non hanno scioltezza nei loro movimenti, ma, con questa scelta, si dà ai sovrani e ai diversi funzionari un’espressione di onore e fierezza.
Bisogna però notare come Giustiniano abbia gli stessi colori di Cristo, vestiti entrambi di porpora in mezzo ad abiti bianchi (i funzionari di Giustiniano e gli arcangeli), questo ci riporta al dilemma del cesaro-papismo, che durerà ad occidente per tutto il Medioevo, in cui papa e imperatore si contendono potere temporale e spirituale.
di Marco
L’esterno è molto semplice, per significare la povertà materiale della Chiesa, ma ricchezza interna e spirituale; la pianta è ottagonale, il tiburio, anch’esso a pianta ottagonale, copre completamente la cupola.
Si hanno due entrate una delle quali è obliqua rispetto all’abside, che è una semicirconferenza affiancata alla pianta della basilica ed è posizionato verso Oriente. Ogni facciata è collegata una con l’altra mediante dei contrafforti, e a sua volta è divisa all’interno da pareste.
Entrando la pianta ottagonale è sormontata da una cupola supportata da 8 colonne e 8 archi, in cui è rappresenta un trionfo di santi dipinto, insieme ai nicchioni, nel 1780 dai Bolognesi Barozzi e Gandolfi e dal Veneziano Guarana.
Il complesso è distribuito in due piani e all’interno degli archi troviamo delle esedre (“mezze cupole”) che si aprono al centro con delle trifore, sulla cima dei capitelli abbiamo i 4 tetramorfi (i simboli zoomorfi degli evangelisti) e i simboli legati alla croce.
Gioca un ruolo molto importante la luce, che entra dalle diverse finestre posizionate sia sulla cupola che nelle esedre e che dà al luogo un senso ancor più mistico. Sul pavimento è invece rappresentato un labirinto, metafora dell’uomo alla ricerca di Dio.
Raggiungendo l’abside possiamo ammirare le pareti decorate completamente dai mosaici bizantini. A dividere la pianta dall’abside troviamo un arco rappresentante Cristo in mezzo agli Apostoli e i santi Gervasio e Protasio.
L’abside è coperto da una volta a crociera con al centro l’Agnus Dei circondato da 27 stelle, rappresentanti il cielo dell’apocalisse, sorretto da 4 angeli su uno sfondo di fiori e pavoni.
Le pareti laterali sono sorrette alla base da una coppia di trifore sormontate da una lunetta per parete:
La lunetta destra rappresenta i sacrifici di Abele e Melchsedec, mentre quella a sinistra il sacrificio di Isacco e Abramo che ospita i 3 angeli; il sacrificio è un tema molto importante che verrà ripreso anche nella parete centrale dell’abside.
Sopra le lunette troviamo una coppia di angeli che sorregge la croce apocalittica (caratterizzata dalla bilancia che pende dai bracci) e altre immagini ai lati: a destra sono raffigurati Geremia e Mosè, a sinistra Mosè e Isaia, Mosè e il roveto ardente, Mosè e il gregge di Iatro.
Una trifora per parete chiude tutte le immagini con a lato gli evangelisti (a destra Marco e Matteo, a sinistra Luca e Giovanni) ciascuno con il proprio simbolo sovrastati da tralci e colombe.
Al centro abbiamo un nuovo arco, l’arco trionfale, con cornucopie e aquile, con a capo angeli reggenti il XP (il Chirho, il simbolo raffigurante le iniziali greche del nome di Cristo) con a destra la rappresentazione Gerusalemme, a sinistra quella di Betlemme, immagini che riprendono la visione apocalittica delle città celesti, il tutto è sovrastato da una trifora.
All’interno dell’arco, sopra la vetrata a trifora centrale, abbiamo l’immagine di Cristo Pantocrator, su sfondo oro, che richiama il paradiso, in mezzo a due arcangeli e seduto su un globo azzurro. In mano ha una corona che sta porgendo a San Vitale, che avanza da destra, e il rotolo dei sette sigilli,a sinistra il vescovo Ecclesio ha in mano il modellino della basilica.
Ai lati della vetrata abbiamo le due famose teorie: il corteo di Giustiniano, a destra, formato da soldati e funzionari, e quello di Teodora, a sinistra, formato da cortigiani e dame. In queste rappresentazioni si vuole riprendere il tema del sacrificio, i due cortei, infatti, sono una ripresa dei re magi, che offrono doni a Cristo, tanto che Giustiniano porta una patena. Le figure sono statiche e non hanno scioltezza nei loro movimenti, ma, con questa scelta, si dà ai sovrani e ai diversi funzionari un’espressione di onore e fierezza.
Bisogna però notare come Giustiniano abbia gli stessi colori di Cristo, vestiti entrambi di porpora in mezzo ad abiti bianchi (i funzionari di Giustiniano e gli arcangeli), questo ci riporta al dilemma del cesaro-papismo, che durerà ad occidente per tutto il Medioevo, in cui papa e imperatore si contendono potere temporale e spirituale.
di Marco