Il rosso
ROSSO FERRARI
La Ferrari, da sempre emblema delle auto sportive in Italia e nel mondo, è nota a (quasi) chiunque per le sue alte prestazioni, lo stile inconfondibile, il cavallino nero rampante ereditato dell’asso dell’aviazione italiana Francesco Baracca e soprattutto per il colore che ha sempre caratterizzato i suoi modelli: rosso Ferrari. Se ci capitasse di andare indietro nel tempo e di assistere dal vivo ad una corsa di automobili negli anni ’50 noteremmo senza dubbio che i colori che ci sfrecciano davanti agli occhi sono diversi, l’uno dall’altro. Vedremmo auto rosse o verdi, blu o bianche. In seguito alle guerre mondiali l’associazione che in seguito sarebbe diventata la FIA (e non FIAT), prese un provvedimento nell’ambito dell’automobilismo sportivo, il quale stabiliva che le auto di ogni nazione dovevano avere una colorazione specifica. Le italiane, come Ferrari e Alfa Romeo, dovevano essere tinte di rosso, le francesi come la Bugatti di blu, le tedesche come Audi e Porsche di bianco e le auto che gareggiavano per la Gran Bretagna, come la Lotus, di verde. Così, negli anni delle grandi corse, Ferrari e Alfa Romeo vennero verniciate con una tonalità di rosso scuro, noto poi come rosso Alfa. E quando la Ferrari cominciò a produrre anche auto di serie volle riprendere quel colore che la rendeva già molto nota nelle gare. Divenne più chiaro e acceso e prese il nome di rosso corsa, forse più noto come rosso Ferrari. Ora questo famoso “rosso” non ha più l’originario significato di rappresentare l’Italia nelle corse, ora è l’emblema di auto che hanno fatto la storia. Di auto che sono storia, storia e arte. Perché ora quel rosso, il rosso corsa può essere associato ad una sola auto, una Ferrari.
di Mattia
La Ferrari, da sempre emblema delle auto sportive in Italia e nel mondo, è nota a (quasi) chiunque per le sue alte prestazioni, lo stile inconfondibile, il cavallino nero rampante ereditato dell’asso dell’aviazione italiana Francesco Baracca e soprattutto per il colore che ha sempre caratterizzato i suoi modelli: rosso Ferrari. Se ci capitasse di andare indietro nel tempo e di assistere dal vivo ad una corsa di automobili negli anni ’50 noteremmo senza dubbio che i colori che ci sfrecciano davanti agli occhi sono diversi, l’uno dall’altro. Vedremmo auto rosse o verdi, blu o bianche. In seguito alle guerre mondiali l’associazione che in seguito sarebbe diventata la FIA (e non FIAT), prese un provvedimento nell’ambito dell’automobilismo sportivo, il quale stabiliva che le auto di ogni nazione dovevano avere una colorazione specifica. Le italiane, come Ferrari e Alfa Romeo, dovevano essere tinte di rosso, le francesi come la Bugatti di blu, le tedesche come Audi e Porsche di bianco e le auto che gareggiavano per la Gran Bretagna, come la Lotus, di verde. Così, negli anni delle grandi corse, Ferrari e Alfa Romeo vennero verniciate con una tonalità di rosso scuro, noto poi come rosso Alfa. E quando la Ferrari cominciò a produrre anche auto di serie volle riprendere quel colore che la rendeva già molto nota nelle gare. Divenne più chiaro e acceso e prese il nome di rosso corsa, forse più noto come rosso Ferrari. Ora questo famoso “rosso” non ha più l’originario significato di rappresentare l’Italia nelle corse, ora è l’emblema di auto che hanno fatto la storia. Di auto che sono storia, storia e arte. Perché ora quel rosso, il rosso corsa può essere associato ad una sola auto, una Ferrari.
di Mattia
Quante volte, guardando un tramonto durante una passeggiata serale, ci è capitato di sussurrare, magari anche senza accorgercene, "rosso di sera, bel tempo si spera"? Oppure, raccontando di un momento imbarazzante, sarà sicuramente successo di aver esclamato, ridendo: "Ero rosso come un peperone!". La lingua italiana, infatti, presenta moltissime espressioni riguardanti i colori e, in particolare, il rosso. Questo colore è da sempre associato alla vita e all'amore e simboleggia la forza trascinante delle passioni e delle emozioni umane. Il rosso infatti è il colore del sangue e del fuoco, che sono da sempre collegati alla vita e alla rinascita. Esso è inoltre associato ad alcune festività come Natale oppure San Valentino. Nel 14 febbraio tutti i negozi espongono nelle vetrine decine di cuori rossi e fiori dalle tinte calde che attraggono l'attenzione dei passanti: il rosso, infatti, rappresenta l'amore e i sentimenti ad esso collegati come affetto e amicizia, dato che è il colore più caldo e allegro. E' da sottolineare, inoltre, l'importanza della simbologia associata al rosso per molti scrittori italiani e stranieri. Per Alessandro D'Avenia, autore del libro "Bianca come il latte, rossa come il sangue", il rosso è il colore che indica l'amore e la passione, dunque è la potenza dei sentimenti e si contrappone al bianco che simboleggia l'annullamento delle emozioni e la solitudine. Il rosso indica dunque energia e dinamicità, ma, a volte, gli è contrapposta una simbologia legata principalmente all'aggressività, al pericolo e alla rabbia. Il rosso, infatti, è usato nei cartelli stradali per esprimere il pericolo perché è un colore forte che attrae la vista. L'ambulanza, inoltre, ha come simbolo una grande croce rossa, mentre il codice rosso, sempre in ambito medico, è utilizzato per segnalare gli incidenti più gravi, indicando quindi una situazione che necessita tempestività e aiuto immediato. Nell'antico Egitto, invece, c'era la credenza popolare che i rossi di capelli fossero legati al dio Seth, la divinità del male in contrasto ad Osiride ed Iside, gli dèi della luce; infatti gli archeologi hanno trovato i resti di molti corpi di persone dai capelli rossi sepolte o arse vive. Anche nella letteratura italiana troviamo notizie sui pregiudizi riguardanti persone con capelli rossi: nella storia scritta da Verga e intitolata "Rosso Malpelo", infatti, il giovane protagonista è discriminato e allontanato dai compagni proprio per i suoi capelli rossi che lo fanno sembrare irascibile ed aggressivo. Il colore rosso è dunque legato alla vita e, al contempo, alla rabbia, e come ogni cosa può simboleggiare le qualità e i difetti di una persona, assumendo tantissime variazioni, come le tinte che colorano una grande tela, che da sole non significano nulla, ma che insieme, in una policromia di colori, raggiungono un solo, grande significato. Termino infine con le meravigliose parole di Alessandro Baricco: "A volte le parole non bastano. E allora servono i colori. E le forme. E le note. E le emozioni".
di Marianna
di Marianna
Apre l’arcobaleno, è il primo tra tutti i colori per colpo d’occhio, vivacità e spicco rispetto alle altre tonalità. Si potrebbe stendere un elenco di pagine e pagine per riassumere la simbologia che rappresenta, ma semplicemente il rosso è passione. Rosso Ferrari altro non è che velocità, competizione, lotta, guerra, e Marte, dio di quest’ultima per i Romani, lo incarna anche nell’immaginazione.
Nella realtà è il drappo sventolato davanti ai tori per caricarli di rabbia e foga, magari arrivando all’estremo di una Croce rossa che è aiuto, corsa, pressione e responsabilità. Il rosso è lo scontro, la forza anche eccessiva, spesso punita dal noto cartellino ai ripetitivi falli nel calcio. Ma il rosso è anche fuoco ardente, come l’amore, l’eros: rose rosse, cuore rosso. È il sangue, le arterie … l’elemento imprescindibile per una vita accesa, protagonista e non solo sfumata o oscura. È il colore della soddisfazione, i confetti rossi dopo aver dato la tesi di laurea sono testimonianza dell’impegno e del sudore, ma anche del desiderio e della smania di raggiungere un obbiettivo. Citando D’Avenia “Il bianco è l’assenza, tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell’amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice.” Già, perché il rosso è anche il colore dei sogni, e non importa se il nostro non si chiama Beatrice come quello del protagonista del romanzo, ma certo è che quel rosso è più forte di un pallido bianco, vuoto, come una vita che prosegue senza aver lasciato traccia di sé e del suo passaggio. Tuttavia il rosso non è solo amore, che fa appunto arrossire per una vergogna ingenua e infantile, ma il rosso è anche lo scandalo dei famosi “quartieri” notturni, di quella vergogna non tanto estetica quanto morale da custodire come un segreto … un segreto violento, vivo, raggiante e soffocante al tempo stesso. Ma del resto, come dice un proverbio popolare “Non tutto il rosso son ciliegie” e ne sono chiara conferma le brigate, le bandiere, ma anche ai giorni nostri ne è chiaro esempio il ritrovarsi con il conto in rosso, sfortunatamente cosa sempre più comune.
di Willy
Nella realtà è il drappo sventolato davanti ai tori per caricarli di rabbia e foga, magari arrivando all’estremo di una Croce rossa che è aiuto, corsa, pressione e responsabilità. Il rosso è lo scontro, la forza anche eccessiva, spesso punita dal noto cartellino ai ripetitivi falli nel calcio. Ma il rosso è anche fuoco ardente, come l’amore, l’eros: rose rosse, cuore rosso. È il sangue, le arterie … l’elemento imprescindibile per una vita accesa, protagonista e non solo sfumata o oscura. È il colore della soddisfazione, i confetti rossi dopo aver dato la tesi di laurea sono testimonianza dell’impegno e del sudore, ma anche del desiderio e della smania di raggiungere un obbiettivo. Citando D’Avenia “Il bianco è l’assenza, tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell’amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice.” Già, perché il rosso è anche il colore dei sogni, e non importa se il nostro non si chiama Beatrice come quello del protagonista del romanzo, ma certo è che quel rosso è più forte di un pallido bianco, vuoto, come una vita che prosegue senza aver lasciato traccia di sé e del suo passaggio. Tuttavia il rosso non è solo amore, che fa appunto arrossire per una vergogna ingenua e infantile, ma il rosso è anche lo scandalo dei famosi “quartieri” notturni, di quella vergogna non tanto estetica quanto morale da custodire come un segreto … un segreto violento, vivo, raggiante e soffocante al tempo stesso. Ma del resto, come dice un proverbio popolare “Non tutto il rosso son ciliegie” e ne sono chiara conferma le brigate, le bandiere, ma anche ai giorni nostri ne è chiaro esempio il ritrovarsi con il conto in rosso, sfortunatamente cosa sempre più comune.
di Willy