sant'apollinare in classe
Venne edificata nel VI secolo d. C. presso il porto di Ravenna (classem, dal latin0, flotta) per iniziativa dell'arcivescovo Ursicino e finanziata da un banchiere di origine greca, Giuliano detto Argentario. Consacrata nel 549 dall'arcivescovo Massimiano, divenne nel 1960 basilica e nel 1996 fu riconosciuta dall'UNESCO. Nel 2015 è stato l'edificio più visitato in Emilia-Romagna.
All'esterno Sant'Apollinare in Classe appare estremamente spoglio, semplice ed essenziale, come d'altronde tutti i monumenti tipici di quei secoli a Ravenna. La facciata è composta da un esonartece, in origine un quadriportico, e da finestre trifore con archi a tutto sesto (molto utilizzati nell'architettura paleocristiana e bizantina). Esse sono inoltre presenti nel resto della basilica. Il campanile invece è caratterizzato da due piani di finestre monofore, bifore e infine trifore: tramite tale espediente architettonico l'edificio è più stabile e leggero.
La basilica è disposta su tre navate, con abside rialzata e decorata da un grande mosaico: l'abside è l'unica zona ad essere decorata all'interno di tutta Sant'Apollinare in Classe.
All'esterno Sant'Apollinare in Classe appare estremamente spoglio, semplice ed essenziale, come d'altronde tutti i monumenti tipici di quei secoli a Ravenna. La facciata è composta da un esonartece, in origine un quadriportico, e da finestre trifore con archi a tutto sesto (molto utilizzati nell'architettura paleocristiana e bizantina). Esse sono inoltre presenti nel resto della basilica. Il campanile invece è caratterizzato da due piani di finestre monofore, bifore e infine trifore: tramite tale espediente architettonico l'edificio è più stabile e leggero.
La basilica è disposta su tre navate, con abside rialzata e decorata da un grande mosaico: l'abside è l'unica zona ad essere decorata all'interno di tutta Sant'Apollinare in Classe.
Sopra dodici agnelli, vi sono i quattro evangelisti, simboleggiati nelle corrispondenti creature, e Gesù, che appare fra di loro: notare che tutti e cinque stringono le sacre scritture. Lungo i lati, in verticale, vi sono due palme verdi e gialle e più in basso gli angeli Gabriele e Michele su uno sfondo dorato. L'abside è composta da diverse raffigurazioni: al centro da un cielo stellato in cui si trova una croce con gemme preziose, come se fossero quasi state incastonate; nel punto in cui i bracci della croce si incrociano, si trova una raffigurazione del Cristo.
Lo stesso schema di gemme rettangolari e ovali è ripreso nel cerchio che racchiude il cielo notturno. Attorno al disco circondato da nubi si trovano: ai lati Elia e Mosè, in alto invece la mano di Dio. Tra la natura verde e rigogliosa, caratterizzata da alberi e piante svariate, appaiono tre agnelli, ovvero gli apostoli Giacomo, Giovanni e Pietro: tale raffigurazione all'interno del mosaico rimanda all'episodio della Trasfigurazione. Sant'Apollinare appare più in basso e la sua mimica suggerisce il fatto che stia per pregare Dio affinché questi conceda la grazia ai dodici fedeli, qui ai suoi piedi come agnelli.
Tra le cinque finestre, sono riportati gli arcivescovi che fecero costruire le più importanti basiliche a Ravenna, tra i quali è presente Ursicino, colui che fondò Sant'Apollinare.
di Margherita e Vittorio
Lo stesso schema di gemme rettangolari e ovali è ripreso nel cerchio che racchiude il cielo notturno. Attorno al disco circondato da nubi si trovano: ai lati Elia e Mosè, in alto invece la mano di Dio. Tra la natura verde e rigogliosa, caratterizzata da alberi e piante svariate, appaiono tre agnelli, ovvero gli apostoli Giacomo, Giovanni e Pietro: tale raffigurazione all'interno del mosaico rimanda all'episodio della Trasfigurazione. Sant'Apollinare appare più in basso e la sua mimica suggerisce il fatto che stia per pregare Dio affinché questi conceda la grazia ai dodici fedeli, qui ai suoi piedi come agnelli.
Tra le cinque finestre, sono riportati gli arcivescovi che fecero costruire le più importanti basiliche a Ravenna, tra i quali è presente Ursicino, colui che fondò Sant'Apollinare.
di Margherita e Vittorio