INTERVISTA A SALVATORE CONSOLO
La scuola rappresenta, per tutti noi, un luogo di sfide e difficoltà, ma anche di acquisizione di competenze, miglioramento e sviluppo personale e, soprattutto, di superamento dei propri limiti.
Ma esistono studenti per i quali il processo di istruzione può trovare, nell'handicap, in disturbi dell'apprendimento o dell'attenzione, un ostacolo. La legge 104/92 (art 12, commi 3 e 4), volta a favorire lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione, stabilisce le norme alle quali le scuole devono attenersi, al fine di poter accogliere e offrire l'istruzione a cui hanno diritto agli studenti che necessitano particolari accorgimenti.
Come alunni del liceo Classico E. Cairoli di Varese, ci siamo chiesti quali misure adottasse la nostra scuola a questo proposito: a rispondere alle nostre domande è stato il preside Salvatore Consolo.
Qual è l’impegno della scuola per accogliere studenti diversamente abili?
La nostra scuola ha sempre avuto un numero molto basso di studenti diversamente abili. Agli alunni che ne hanno bisogno viene assegnato un docente di sostegno, che predispone il PEI (Piano Educativo Individualizzato). Quest’ultimo è finalizzato a prendere misure adeguate al tipo di handicap, di carattere fisico o intellettivo, per svolgere il programma normalmente previsto con attenzioni specifiche allo stato del singolo alunno, o per individuare una programmazione di carattere diversificato. In questi casi lo studente non consegue il titolo di studio e non svolge l’esame di stato, ma ottiene un certificato che gli permette di accedere a un curriculum di obiettivi minimi.
Per far fronte a quali tipi di handicap è attrezzata la nostra scuola?
Il nostro impegno è quello di ottenere l’abbattimento delle barriere architettoniche, per quanto ci è possibile, dal momento che la nostra scuola non è di recente costruzione.
Per questo scopo sono stati costruiti ascensori, rampe e montacarichi affinché non vi siano impedimenti alla circolazione nell’edificio.
Ogni anno viene preparato dal collegio docenti il Piano Annuale dell’Inclusione (PAI), riguardante le misure prese anche nei confronti dei ragazzi che hanno difficoltà di apprendimento come DSA dislessia, discalculia e/o disgrafia, che non vengono considerate handicap, ma prevedono l’individuazione di un piano di studi personalizzato).
C’è informazione al riguardo?
In un contesto come il nostro, in cui ci sono pochi studenti diversamente abili, non è necessaria la sensibilizzazione. La diffusione del problema è limitata rispetto a quella riscontrabile in una scuola secondaria di primo grado. Le misure di informazione sono limitate all’ambito del consiglio della classe che lo studente frequenta: il discorso si affronta solo in quel caso.
Quali sono i doveri di tutte le scuole nei confronti degli studenti diversamente abili?
L’obiettivo in Italia è l’inclusione, mentre in altri stati d’Europa si preferisce creare scuole differenziate e specialistiche per soddisfare le esigenze degli studenti disabili. Al contrario, nel nostro Paese le scuole speciali sono marginali e destinate a casi piuttosto gravi.
Avere in classe un ragazzo diversamente abile è un arricchimento per i compagni, per i docenti, per tutti quanti. Dalla disabilità impariamo tutti, non bisogna averne paura.
Ringraziamo il dirigente scolastico Salvatore Consolo per la sua disponibilità.
Ma esistono studenti per i quali il processo di istruzione può trovare, nell'handicap, in disturbi dell'apprendimento o dell'attenzione, un ostacolo. La legge 104/92 (art 12, commi 3 e 4), volta a favorire lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione, stabilisce le norme alle quali le scuole devono attenersi, al fine di poter accogliere e offrire l'istruzione a cui hanno diritto agli studenti che necessitano particolari accorgimenti.
Come alunni del liceo Classico E. Cairoli di Varese, ci siamo chiesti quali misure adottasse la nostra scuola a questo proposito: a rispondere alle nostre domande è stato il preside Salvatore Consolo.
Qual è l’impegno della scuola per accogliere studenti diversamente abili?
La nostra scuola ha sempre avuto un numero molto basso di studenti diversamente abili. Agli alunni che ne hanno bisogno viene assegnato un docente di sostegno, che predispone il PEI (Piano Educativo Individualizzato). Quest’ultimo è finalizzato a prendere misure adeguate al tipo di handicap, di carattere fisico o intellettivo, per svolgere il programma normalmente previsto con attenzioni specifiche allo stato del singolo alunno, o per individuare una programmazione di carattere diversificato. In questi casi lo studente non consegue il titolo di studio e non svolge l’esame di stato, ma ottiene un certificato che gli permette di accedere a un curriculum di obiettivi minimi.
Per far fronte a quali tipi di handicap è attrezzata la nostra scuola?
Il nostro impegno è quello di ottenere l’abbattimento delle barriere architettoniche, per quanto ci è possibile, dal momento che la nostra scuola non è di recente costruzione.
Per questo scopo sono stati costruiti ascensori, rampe e montacarichi affinché non vi siano impedimenti alla circolazione nell’edificio.
Ogni anno viene preparato dal collegio docenti il Piano Annuale dell’Inclusione (PAI), riguardante le misure prese anche nei confronti dei ragazzi che hanno difficoltà di apprendimento come DSA dislessia, discalculia e/o disgrafia, che non vengono considerate handicap, ma prevedono l’individuazione di un piano di studi personalizzato).
C’è informazione al riguardo?
In un contesto come il nostro, in cui ci sono pochi studenti diversamente abili, non è necessaria la sensibilizzazione. La diffusione del problema è limitata rispetto a quella riscontrabile in una scuola secondaria di primo grado. Le misure di informazione sono limitate all’ambito del consiglio della classe che lo studente frequenta: il discorso si affronta solo in quel caso.
Quali sono i doveri di tutte le scuole nei confronti degli studenti diversamente abili?
L’obiettivo in Italia è l’inclusione, mentre in altri stati d’Europa si preferisce creare scuole differenziate e specialistiche per soddisfare le esigenze degli studenti disabili. Al contrario, nel nostro Paese le scuole speciali sono marginali e destinate a casi piuttosto gravi.
Avere in classe un ragazzo diversamente abile è un arricchimento per i compagni, per i docenti, per tutti quanti. Dalla disabilità impariamo tutti, non bisogna averne paura.
Ringraziamo il dirigente scolastico Salvatore Consolo per la sua disponibilità.