INTERVISTA A GREGORIO NAVARRO
Abbiamo intervistato Gregorio Navarro, responsabile della Caritas Varese ed ex assessore ai servizi sociali del Comune di Varese.
Come prima domanda volevamo chiederLe quante sono le persone che si sono rivolte a voi?
Nell’arco dell’anno 2016 le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto Caritas di Varese sono state seimilacinquecento, di cui millecento famiglie.
Quali difficoltà hanno le persone che vengono ai vostri centri e che aiuto offrite loro?
Hanno indubbiamente delle grosse difficoltà, vuoi a carattere familiare, vuoi perché hanno perso il lavoro, o per delle malattie in corso, c’è poi tutta la gamma di difficoltà che possono capitare all’interno di ogni famiglia.
L’aiuto che prestiamo è un aiuto di tipo alimentare o per le medicine di cui hanno bisogno e poi è soprattutto un aiuto di ascolto, e di sostegno di carattere spirituale, morale, umano. L’aiuto, ecco, si concretizza innanzitutto in un incontro, poi una volta stabilite le difficoltà maggiori si cerca concretamente di dar loro una mano.
Qual è la reazione delle persone che si rivolgono a voi davanti a questa possibilità d’aiuto? In quest'incontro trovano speranza?
Se trovano una speranza? Certamente sì, trovano speranza perché prima di tutto incontrano delle persone che le ascoltano, che sono attente ai loro bisogni e che insieme con loro cercano di trovare delle soluzioni. Non vengono scaricati, ma vengono accolti, sostenuti, vengono esaminate con loro le difficoltà che hanno, anzi sono loro stessi che le raccontano e poi insieme si vede quello che è possibile e che siamo in grado di fare perché possano rincominciare.
Cosa l’ha spinta ad aiutare il prossimo?
Io vengo da una esperienza come Assessore ai Servizi Sociali di Varese. Terminata quell’esperienza mi hanno proposto di venire in Caritas. E io ho detto sì. Ho accettato per continuare quel servizio che già avevo impostato nell’amministrazione, in quanto ho sempre ritenuto molto importante il sostegno che viene dato a queste persone e oggi forse lo considero ancora di più. Sei spinto da un valore interno da un valore umanitario, da un valore morale, religioso, a seconda della tua formazione. A uno che, come me, ha una formazione cristiana quando si trova difronte una persona in difficoltà viene sintomatico applicare anche le indicazioni che il Vangelo dà. Se non viviamo concretamente l’esperienza cristiana che cosa siamo qui a fare? Cioè non solo a dire “Signore, Signore” ma anche ad applicare i suggerimenti del Vangelo.
Le opere di Misericordia che papa Francesco ha rispolverato in questi anni non sono un patrimonio legato a papa Francesco, ma un patrimonio legato al Cristianesimo: “I poveri li avrete sempre con voi”, “chi dà un bicchiere d’acqua a un povero è come se lo desse a Me”, no?
Le istituzioni pubbliche e il Comune vi sostengono in questo, sostengono la Caritas?
La Caritas cerca di fare rete sicuramente con l’amministrazione comunale: il nostro rapporto è un rapporto buono, di attenzione, anche perché gli utenti che abbiamo sono gli stessi. L’amministrazione comunale risponde secondo le proprie disponibilità e noi secondo quel poco che abbiamo valutiamo il da frasi. Molto spesso alcuni casi vengono valutati insieme e poi insieme si prendono alcune decisioni. C’è sintonia e collaborazione.
Nell’arco dell’anno 2016 le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto Caritas di Varese sono state seimilacinquecento, di cui millecento famiglie.
Quali difficoltà hanno le persone che vengono ai vostri centri e che aiuto offrite loro?
Hanno indubbiamente delle grosse difficoltà, vuoi a carattere familiare, vuoi perché hanno perso il lavoro, o per delle malattie in corso, c’è poi tutta la gamma di difficoltà che possono capitare all’interno di ogni famiglia.
L’aiuto che prestiamo è un aiuto di tipo alimentare o per le medicine di cui hanno bisogno e poi è soprattutto un aiuto di ascolto, e di sostegno di carattere spirituale, morale, umano. L’aiuto, ecco, si concretizza innanzitutto in un incontro, poi una volta stabilite le difficoltà maggiori si cerca concretamente di dar loro una mano.
Qual è la reazione delle persone che si rivolgono a voi davanti a questa possibilità d’aiuto? In quest'incontro trovano speranza?
Se trovano una speranza? Certamente sì, trovano speranza perché prima di tutto incontrano delle persone che le ascoltano, che sono attente ai loro bisogni e che insieme con loro cercano di trovare delle soluzioni. Non vengono scaricati, ma vengono accolti, sostenuti, vengono esaminate con loro le difficoltà che hanno, anzi sono loro stessi che le raccontano e poi insieme si vede quello che è possibile e che siamo in grado di fare perché possano rincominciare.
Cosa l’ha spinta ad aiutare il prossimo?
Io vengo da una esperienza come Assessore ai Servizi Sociali di Varese. Terminata quell’esperienza mi hanno proposto di venire in Caritas. E io ho detto sì. Ho accettato per continuare quel servizio che già avevo impostato nell’amministrazione, in quanto ho sempre ritenuto molto importante il sostegno che viene dato a queste persone e oggi forse lo considero ancora di più. Sei spinto da un valore interno da un valore umanitario, da un valore morale, religioso, a seconda della tua formazione. A uno che, come me, ha una formazione cristiana quando si trova difronte una persona in difficoltà viene sintomatico applicare anche le indicazioni che il Vangelo dà. Se non viviamo concretamente l’esperienza cristiana che cosa siamo qui a fare? Cioè non solo a dire “Signore, Signore” ma anche ad applicare i suggerimenti del Vangelo.
Le opere di Misericordia che papa Francesco ha rispolverato in questi anni non sono un patrimonio legato a papa Francesco, ma un patrimonio legato al Cristianesimo: “I poveri li avrete sempre con voi”, “chi dà un bicchiere d’acqua a un povero è come se lo desse a Me”, no?
Le istituzioni pubbliche e il Comune vi sostengono in questo, sostengono la Caritas?
La Caritas cerca di fare rete sicuramente con l’amministrazione comunale: il nostro rapporto è un rapporto buono, di attenzione, anche perché gli utenti che abbiamo sono gli stessi. L’amministrazione comunale risponde secondo le proprie disponibilità e noi secondo quel poco che abbiamo valutiamo il da frasi. Molto spesso alcuni casi vengono valutati insieme e poi insieme si prendono alcune decisioni. C’è sintonia e collaborazione.
Stefano Costa, Margherita Croci, Willy Laudi, Sara Mantovani