DA UN ARTICOLO DI GIORNALE A UN CORTOMETRAGGIO
Sfogliando l’archivio di alcune tra le principali testate locali alla ricerca di un fatto interessante da raccontare, ci siamo imbattuti in poche righe che ci hanno profondamente toccato: la triste storia di una madre e del suo gesto d’amore per la figlia.
L’articolo, risalente al 2009, raccontava il furto di generi alimentari in un supermercato gallaratese da parte della donna per sfamare la bambina, data la sua condizione di miseria e difficoltà. Il gesto, nonostante sia eticamente scorretto e perseguibile dalla giustizia, ha mosso anche noi (come il pm) a compassione e ci ha aperto gli occhi sul grande tema della povertà, che in questo momento di crisi è in costante aumento nel nostro Paese.
Ci ha stupito, durante le nostre ricerche, costatare la percentuale crescente delle persone che qui a Varese vivono questa triste realtà: un numero che mai avremmo pensato tanto rilevante, nonostante ci appaiano ogni giorno vari esempi. Improvvisamente ci rendiamo conto che siamo noi ad essere rimasti troppo a lungo con gli occhi chiusi, impassibili davanti a un mondo, quello dei poveri, che molto spesso non ci tocca finché non lo proviamo sulla nostra pelle, come se fosse un mondo dell’altro, quell’altro che alle volte ci spaventa, che rifiutiamo e che oggi, purtroppo, la maggior parte di noi è portata ad aiutare e comprendere sempre meno. Sperimentandoci giovani giornalisti, ci siamo cimentati nella produzione di un articolo che descrivesse, per quanto possibile, questo fenomeno, ma la carta, in fondo, ci è parsa stretta.
Seguendo l’esempio di Erodoto, il quale nell’esposizione delle sue ricerche ricrea, seppur con un po’ di fantasia, la storia di questa o quella popolazione, allo stesso modo anche noi abbiamo voluto raccontare, spinti dal desiderio di scoprire ciò che sta dietro al gesto della donna protagonista dell’articolo da cui tutto è iniziato, la storia di quest’ultima. Come l’autore greco che presta il nome al nostro progetto, anche la nostra ricostruzione è in parte frutto d’immaginazione e in parte tratta da storie vere: storie che al solo sentirle raccontare toccano il cuore, ma se raccontate, provando a immedesimarsi nei panni dei protagonisti e a vivere (anche solo per pochi secondi di scena) la loro realtà, fanno veramente nascere in ciascuno di noi la certezza che, come disse Rainer Marie Rilke, “La povertà è come una grande luce in fondo al cuore”.
L’articolo, risalente al 2009, raccontava il furto di generi alimentari in un supermercato gallaratese da parte della donna per sfamare la bambina, data la sua condizione di miseria e difficoltà. Il gesto, nonostante sia eticamente scorretto e perseguibile dalla giustizia, ha mosso anche noi (come il pm) a compassione e ci ha aperto gli occhi sul grande tema della povertà, che in questo momento di crisi è in costante aumento nel nostro Paese.
Ci ha stupito, durante le nostre ricerche, costatare la percentuale crescente delle persone che qui a Varese vivono questa triste realtà: un numero che mai avremmo pensato tanto rilevante, nonostante ci appaiano ogni giorno vari esempi. Improvvisamente ci rendiamo conto che siamo noi ad essere rimasti troppo a lungo con gli occhi chiusi, impassibili davanti a un mondo, quello dei poveri, che molto spesso non ci tocca finché non lo proviamo sulla nostra pelle, come se fosse un mondo dell’altro, quell’altro che alle volte ci spaventa, che rifiutiamo e che oggi, purtroppo, la maggior parte di noi è portata ad aiutare e comprendere sempre meno. Sperimentandoci giovani giornalisti, ci siamo cimentati nella produzione di un articolo che descrivesse, per quanto possibile, questo fenomeno, ma la carta, in fondo, ci è parsa stretta.
Seguendo l’esempio di Erodoto, il quale nell’esposizione delle sue ricerche ricrea, seppur con un po’ di fantasia, la storia di questa o quella popolazione, allo stesso modo anche noi abbiamo voluto raccontare, spinti dal desiderio di scoprire ciò che sta dietro al gesto della donna protagonista dell’articolo da cui tutto è iniziato, la storia di quest’ultima. Come l’autore greco che presta il nome al nostro progetto, anche la nostra ricostruzione è in parte frutto d’immaginazione e in parte tratta da storie vere: storie che al solo sentirle raccontare toccano il cuore, ma se raccontate, provando a immedesimarsi nei panni dei protagonisti e a vivere (anche solo per pochi secondi di scena) la loro realtà, fanno veramente nascere in ciascuno di noi la certezza che, come disse Rainer Marie Rilke, “La povertà è come una grande luce in fondo al cuore”.
Stefano Costa, Margherita Croci, Willy Laudi, Sara Mantovani