INTERVENTI PER RISANARE IL LAGO DI VARESE-ARPA
Dopo aver parlato dell'inquinamento del lago di Varese e dell'impatto che esso ha nella quotidianità varesina, ci siamo chiesti cosa sia stato fatto per risolvere questo problema. Probabilmente, anche molti varesini se lo chiedono, visto che parte delle tasse che pagano sono o dovrebbero essere investite in questo genere di attività. Allora abbiamo contattato l'ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) e abbiamo posto loro domande al riguardo a cui anno risposto immediatamente in modo completo.
Il primo intervento di risanamento fu, negli anni '60, un sistema di collettori circumlacuali per deviare i reflui urbani e industriali, associati a un impianto di depurazione.
In seguito fu messo in funzione il depuratore di Gavirate, che diede inizio a una progressiva diminuzione dei livelli del fosforo. Tuttavia, questa riduzione non riportò il lago in condizioni accettabili.
All'inizio del 2000 furono installate delle pompe di aspirazione e di ossigenazione delle acque, funzionali, però, solo per profondità modeste.
Nel 2008 prese avvio la sperimentazione per la valutazione del l'efficacia del Phoslock, un'argilla granulata che si pone sui fondali del lago e che si lega con il fosforo per diminuirne la presenza. Questa tecnica è limitata a una piccola zona del lago ed è ancora in una fase di monitoraggio.
Recentemente (2016), gli enti competenti stanno riprendendo in considerazione un vecchio progetto di emunzione ipolimnica attuando dei miglioramenti.
Inoltre, si è provveduto ad adeguare, sistemare e ripristinare il collettore circumlacuare e a migliorare il sistema fognario, mediante separazione delle reti di acque bianche e nere.
Per mantenere, invece, le specie e gli habitat in uno stato di conservazione, la Provincia attua un servizio annuale di sfalcio della vegetazione eccessiva, evitando, così, problemi per i trasporti e la perdita di biodiversità.
Infine, il monitoraggio condotto dall'ARPA Lombardia classifica il Lago di Varese in uno stato ecologico sufficiente (anche se non ottimale), conseguente alla persistente condizione di eutrofizzazione.
Link sito: http://ita.arpalombardia.it/ita/index.asp
Il primo intervento di risanamento fu, negli anni '60, un sistema di collettori circumlacuali per deviare i reflui urbani e industriali, associati a un impianto di depurazione.
In seguito fu messo in funzione il depuratore di Gavirate, che diede inizio a una progressiva diminuzione dei livelli del fosforo. Tuttavia, questa riduzione non riportò il lago in condizioni accettabili.
All'inizio del 2000 furono installate delle pompe di aspirazione e di ossigenazione delle acque, funzionali, però, solo per profondità modeste.
Nel 2008 prese avvio la sperimentazione per la valutazione del l'efficacia del Phoslock, un'argilla granulata che si pone sui fondali del lago e che si lega con il fosforo per diminuirne la presenza. Questa tecnica è limitata a una piccola zona del lago ed è ancora in una fase di monitoraggio.
Recentemente (2016), gli enti competenti stanno riprendendo in considerazione un vecchio progetto di emunzione ipolimnica attuando dei miglioramenti.
Inoltre, si è provveduto ad adeguare, sistemare e ripristinare il collettore circumlacuare e a migliorare il sistema fognario, mediante separazione delle reti di acque bianche e nere.
Per mantenere, invece, le specie e gli habitat in uno stato di conservazione, la Provincia attua un servizio annuale di sfalcio della vegetazione eccessiva, evitando, così, problemi per i trasporti e la perdita di biodiversità.
Infine, il monitoraggio condotto dall'ARPA Lombardia classifica il Lago di Varese in uno stato ecologico sufficiente (anche se non ottimale), conseguente alla persistente condizione di eutrofizzazione.
Link sito: http://ita.arpalombardia.it/ita/index.asp
Marco Barbesino, Andrea Bosone, Lea Lucia Coccorese, Angelica Lozza, Marta Scala